Le caratteristiche del Saxonia Fasi Lunari di A. Lange & Söhne

lunedì, giugno 26, 2017

Il catalogo della Maison orologiera di lusso A. Lange & Söhne nel corso di questa primavera 2014 si è arricchita di modelli che celebrano in maniera più che prestigiosa la famosa complicazione orologiera del computo delle fasi lunari. Tale complicazione è presente all’interno degli orologi di questa casa sin dal 1994, ma nel corso del tempo è diventata sempre più precisa ed evoluta, tanto da diventare un vero e proprio vanto del marchio.

> Le fasi lunari del Grand Lange 1 di A. Lange & Söhne

Oggi, infatti, a distanza di 20 anni, la casa A. Lange & Söhne è orgogliosa di presentare a catalogo ben cinque modelli che ripropongono sotto diversi aspetti questa complicazione, immortalati in cornici d’eccezione sullo sfondo della carta dell’Harmonia Macrocosmica realizzata nella seconda metà del XVII secolo dall’astronomo Andreas Cellarius.

> Richard Lange Calendario Perpetuo “Terraluna” di A. Lange & Söhne

In questo modello, il pregiato Saxonia Calendario annuale, come potete osservare dalla foto, la misurazione delle fasi lunari è stata inserita all’interno del quadrantino dei piccoli secondi ad ore 6, mentre ad ore 12 compare una Grand Data e ad ore 3 e ad ore 9 è possibile leggere rispettivamente all’interno dei loro quadranti il numero del mese e il giorno della settimana.

La cassa di questo segnatempo è realizzata sempre in oro rosa e il suo diametro è leggermente più piccolo di quelli di questa collezione, raggiungendo una dimensione pari a 38,5 mm. La programmazione delle fasi lunari richiede un intervento del proprietario solo una volta ogni 122 anni circa, grazie alla funzione zero reset brevettata dalla Maison.Numerose sono le complicazioni che possono essere utilizzate all’interno dell’orologeria meccanica. Alcune di queste sono molto utilizzate e famose, altre forse meno conosciute e utilizzate, perché riservate solo ad alcuni modelli in particolare. Una di queste ultime complicazioni, poco utilizzata nell’orologeria tradizionale, sono i cosiddetti secondi morti.

I secondi morti sono quella complicazione che permette alla lancetta dei secondi di un orologio meccanico di rimanere ferma secondo dopo secondo e di spostarsi quindi a scatti nel completare il proprio giro, senza compiere invece un percorso omogeneo e più lento come invece dovrebbe essere.

Per capire questo tipo di complicazione è necessario fare anche un passo indietro e spiegare la sua particolarità. Il movimento originale della lancetta dei secondi di un orologio meccanico avrebbe previsto un movimento omogeneo nel corso dei 60 secondi. In uno orologio al quarzo, invece, la lancetta dei secondi che passa da un secondo all’altro rimane ferma, cioè morta, fino a che non scatta il secondo successivo e allora compie una specie di salto.

Da questo punto di vista, quindi, si può dire quasi che la complicazione meccanica dei secondi morti ha imitato il movimento limitato degli orologi al quarzo. Ma non è proprio così. I secondi morti, chiamati nell’orologeria anche secondi saltanti per la loro caratteristica di compiere dei piccoli balzi, sono nati molto indietro nel tempo nella storia dell’orologeria insieme agli orologi a pendolo, che si prestavano a sottolineare questo tipo di movimento.

Da allora sono stati utilizzati nelle diverse complicazioni, ma ancora oggi la presenza di secondi morti o meno serve per distinguere orologi al quarzo e orologi meccanici senza fondello trasparente.

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